I Giudici, in caso di separazione tra coniugi, non sono tenuti ad occuparsi nei loro provvedimenti della assegnazione degli animali di affezione all’uno o all’altro dei coniugi, né di come va gestita tra i coniugi la relazione con gli stessi
In realtà gli animali di affezione per l’ordinamento sono delle cose, più precisamente dei beni mobili
Dal 2015 sono impignorabili a seguito della modifica dell’art. 514 c.p.c., introdotta dalla Legge 28 dicembre 2015, n. 221, che ha aggiunto i commi ((6-bis) gli animali di affezione o da compagnia tenuti presso la casa del debitore o negli altri luoghi a lui appartenenti, senza fini produttivi, alimentari o commerciali; 6-ter) gli animali impiegati ai fini terapeutici o di assistenza del debitore, del coniuge, del convivente o dei figli)).
Comunque certamente non è corretto paragonarli ai figli, e applicare un protocollo di visita, magari alternata
Il percorso corretto per individuare chi ha il diritto dovere di gestirli in caso di disaccordo, dovrebbe essere quello di individuare chi è il proprietario (giuridicamente parlando), il quale ne è anche il responsabile per tutto ciò che riguarda le normative in tema di custodia (nutrirli, curarli ecc.), cura e divieto di abbandono (art. 727 codice penale) e divieto di uccisione, maltrattamenti e altri delitti contro il sentimento per gli animali (art. 544 da bis a sexies)
Certamente ripugna considerare un animale domestico come un comodino o un soprammobile, in quanto gli animali domestici sono sicuramente essere senzienti, ma arrivare a sostenere che un tribunale deve disporne l’affidamento come se fossero dei figli minorenni, appare giuridicamente non corretto
C’è un progetto di legge fermo in Parlamento, che vorrebbe introdurre un art. 455-ter nel codice civile – (Affidamento degli animali in caso di separazione di coniugi). – Per gli animali familiari, in caso di separazione di coniugi, il tribunale, in mancanza di un accordo tra le parti, a prescindere dal regime di separazione o comunione dei beni e da quanto risultante dai documenti anagrafici dell’animale, sentiti i coniugi, i conviventi e la prole, e acquisito, se necessario, il parere degli esperti di comportamento animale, ne attribuisce l’affido esclusivo o condiviso alla parte in grado di garantire loro la sistemazione migliore inerente il profilo della protezione degli animali.
La separazione tra coniugi è però un percorso talmente complesso e traumatico, difficile da gestire a livello umano e giudiziario, che impegnare risorse per sentire coniugi, conviventi, prole … e un esperto di comportamento animale, appare poco rispettoso sia della famiglia … che del Tribunale … che dell’animale.